martedì 13 novembre 2012

Antinomia vecchio-nuovo




Gibellina vecchia, rasa al suolo dal terremoto del 1968, giace sotto un lenzuolo di morte.
A memoria di una terra che non lascia scampo, Alberto Burri pose questo "Cretto".
Gibellina nuova resta invece l'ennesima dimostrazione della distanza tra tecnica architettonica, fruibilità pratica e accessibilità materiale.

Il bordo della linea




Se continuo a fumare è per te che mi stai vicino, e ti piace come tengo la sigaretta e come lecco la cartina, abbassando lievemente il capo e mantenendo gli occhi su di te.
E' vero che molte volte sei fuggita, ti ho rincorso maledicendo tutti i tuoi antenati, mettendo a dura prova la mia pazienza; è vero che sei riuscita a scalfire la corazza di cemento-armato che mi porto addosso con grande fatica e mi fa dannare ogni mattina quando non riesco ad alzarmi dal letto; è vero che ami la verità e so che non potrò mai più dirti una menzogna. Ma neanche vorrò...
Ho imparato a gustare la verità sulla tua pelle, così morbida e vellutata che non sembra neanche tua. Tu, così irregolare e insolita, così strana e straniera senza una casa.

martedì 6 novembre 2012

La Sentinella




Era bagnato fradicio e coperto di fango e aveva fame freddo ed era lontano 50mila anni-luce da casa. Un sole straniero dava una gelida luce azzurra e la gravità doppia di quella cui era abituato, faceva d'ogni movimento un'agonia di fatica. Ma dopo decine di migliaia d'anni, quest'angolo di guerra non era cambiato. Era comodo per quelli dell'aviazione, con le loro astronavi tirate a lucido e le loro superarmi; ma quando si arriva al dunque, tocca ancora al soldato di terra, alla fanteria, prendere la posizione e tenerla, col sangue, palmo a palmo. Come questo fottuto pianeta di una stella mai sentita nominare finché non ce lo avevano mandato. E adesso era suolo sacro perché c'era arrivato anche il nemico. Il nemico, l'unica altra razza intelligente della galassia... crudeli schifosi, ripugnanti mostri. Il primo contatto era avvenuto vicino al centro della galassia, dopo la lenta e difficile colonizzazione di qualche migliaio di pianeti; ed era stata subito guerra; quelli avevano cominciato a sparare senza nemmeno tentare un accordo, una soluzione pacifica. E adesso, pianeta per pianeta, bisognava combattere, coi denti e con le unghie.
Era bagnato fradicio e coperto di fango e aveva fame, freddo e il giorno era livido e spazzato da un vento violento che gli faceva male agli occhi. Ma i nemici tentavano di infiltrarsi e ogni avamposto era vitale. Stava all'erta, il fucile pronto.
Lontano 50mila anni-luce dalla patria, a combattere su un mondo straniero e a chiedersi se ce l'avrebbe mai fatta a riportare a casa la pelle.
E allora vide uno di loro strisciare verso di lui. Prese la mira e fece fuoco. Il nemico emise quel verso strano, agghiacciante, che tutti loro facevano, poi non si mosse più.
Il verso, la vista del cadavere lo fecero rabbrividire. Molti, col passare del tempo, s'erano abituati, non ci facevano più caso; ma lui no. Erano creature troppo schifose, con solo due braccia e due gambe, quella pelle d'un bianco nauseante e senza squame...


(tratto da 'Tutti i racconti (1950-1972), Fredrick Brown, 1992)

Sconvolgente destro in faccia al design



La logica di avere grossi occhiali
come mio nonno
che nella canicola d'Egitto
addestrava camaleonti
a catturar zanzare
per la sua salvezza
per vincere la noia,
la fame, la paura
del concentramento.



La logica di avere grossi occhiali
come un'inetto
che per stare nel tempo
non si inventa nulla
e ripesca nel passato
per sembrare diverso.
Ha paura di zanzare e camaleonti
perchè non abbastanza umani,
e non sa come concentrarsi.

Nel mezzo è successo qualcosa di aberrante... io lo chiamo progresso.

sabato 3 novembre 2012

Ermeneutica del fungo





(Mikhail Kalashnikov, creatore del fucile d'assalto AK-47)


Chi lo poteva sapere che il macedone che ha comprato per 200 euro la mia prima macchina (una polo bianca dell'87) diceva di aver avuto più di 100 di questi fucili quando era ancora nei Balcani.

Succedono cose, accadono e non me ne rendo conto
O forse è perchè non mi interessano? O forse perchè è più bello riscoprirle dopo tanto tempo, strabuzzare un po' gli occhi e spalancare la bocca. Ma forse sì...

In ogni caso questa introduzione non serve e non c'entra niente
Come, tra l'altro i visitatori di questa pagina non servono a niente.
E pure io non servo a niente, in quanto diffusore di chissà quale sapere o pensiero.

Ma in compenso servo ai funghi e i funghi servono a me
Mi sono permesso di stilare una piccola guida etica d'interpretazione del mondo Fungi.

Se c'è una cosa affascinante del mondo dei funghi è che hanno un karma tutto loro, a tratti inspiegabile. Per quanto la microbiologia del fungo sia già di per sè differente al resto del mondo vegetale, per non parlare della riproduzione, è il momento della ricerca e riconoscimento da parte del cercatore-trovatore ad essere "magica".
Quando è  momento di raccolta, il cercatore che entra nel bosco è come dimentico del tempo diacronico che attanaglia le normali esistenze: solo il Sole ha importanza. Possono essere ore, giorni, vite...
Non è buona abitudine calpestare o infuriarsi sui funghi detti "malefici", perchè è come se le ife che stanno sotto terra comunichino con quelli "buoni" che stanno nelle vicinanze, avvertendoli delle cattive intenzioni del cercatore.
E' buona norma quando si trova un fungo buono (boletus edulis, amanita caesarea, macrolepiota procera, ecc) avvicinarsi con sommo rispetto, guardarsi intorno per vedere se ci sono dei compagni e adagiare il ritrovamento nel paniere (accettabili solo quelli di vimini).
Non si deve mai demordere: quando meno ci si aspetta ecco che il premio arriva sempre (magari solo uno).
Quando ci si trova di fronte a varie vie e si è indecisi su quale intraprendere, bisogna fidarsi dell'olfatto. Se si dovesse dare ragione alla sola vista, capiremmo ben poco su come discernere i buoni dai cattivi.
Esistono infatti dei funghi che alla vista sono meravigliosi, come l'Amanita muscaria, sono quasi accecanti per il colore e la vivacità. Non si può però certo dire che siano buonissimi, anche se micologi giapponesi affermano che previa una prolungata bollitura possano essere consumati senza incorrere in effetti allucinogeni (che non sono sgraditi, ma richiedono comunque una lavanda gastrica a seguito del "viaggio"). Neanche le mosche in tutti questi millenni sono ancora riuscite a resistere al fascino della muscaria.


Sembra infatti che se si fanno macerare pezzi di muscaria in un contenitore di latte per qualche giorno, si ottiene un potente moschicida, senza dover dare soldi alla Bayer.
I funghi richiedono fatica: è possibile trovarli in un prato o in un tratto di bosco pulito, ma è piuttosto raro e necessita di condizioni climatiche particolari. In genere più ci si addentra nello "scopo" e più il fungo è saporito. E' come se fosse una donna irraggiungibile a tutti, per cui è necessario strisciare solamente per giungere al suo cospetto.
Nei discorsi tra cercatori la verità non esiste MAI
Un cercatore non dirà mai ad uno sconosciuto e raramente ad un amico quali sono i suoi luoghi di "caccia" preferiti; esagererà sempre la quantità di funghi trovati e cercherà anzi di dire ai nuovi arrivati "che non c'è veramente niente là".
E' una vera guerra! Potrebbe essere utile allora, a questo punto tornare all' AK-47...