domenica 21 ottobre 2012

Dialogo tra un disimpegnato e Felix Baumgartner

- Ciao, come va?

- Bene, tu?

- Io sono sotto una luce rossa, che pare di essere su Marte e, paradossalmente, lì che sono tutti extraterrestri, mi capiscono.

- In che senso? Non ti seguo... Sei stato davvero sul pianeta rosso?

- No, ma vorrei davvero. Qui sulla terra non mi diverto; passo le giornate mirando il cielo.

- Cos'è che non ti piace della Terra?

- Forse che si debba per forza esprimere giudizi sugli altri, avere pareri sulle cose, prendere posizione nelle questioni... Tutto questo ci arricchisce veramente?

- Ma è la base della democrazia, del vivere sociale. Come fai a non dire mai la tua??

- Se sono ancora vivo forse vorrà dire che non è così fondamentale... Magari sì, non avrò molti amici, ma su Marte sarà tutto diverso.

- Beh, che dire...

- Non dire niente infatti .
Per una volta stai zitto e fai parlare me. Nell'incapacità di dare agli altri, mi sono sempre trovato nella condizione di ricevere. Ho ricevuto tante belle cose, ma soprattutto un mucchio di stronzate di cui non me ne fotteva una sega; come vermi si sono annidate nei lobi voluttuosi del mio cervello e hanno nidificato. Tutto quello che davo via era in forma materiale, quasi come fosse un trasferimento bancario di denaro, utilizzato ai propri scopi da persone che reputavo amiche. Mi hanno preso, indossato e gettato nell'armadio a marcire tra gli olezzi della naftalina.
Non mi pare un bel modo di comportarsi, cari terrestri.

- Quando partirai allora?

- Partirò, ma per tornare. Tornerò a gran velocità per far uscire tutto il mio fottuto amore, rosso come Marte, e sbatterlo in faccia a questi vermi.