giovedì 5 aprile 2012

Case/Prigioni

Tratto da "Il Profeta" di Kahlil Gibran

Allora un muratore si fece avanti e disse: Parlaci delle Case.
Egli rispose dicendo:
Prima di costruire dentro le mura cittadine, immaginate una dimora nel deserto.
Poichè come voi rincasate al crepuscolo, così fa il vagabondo che è in voi, sempre lontano e solitario.
La casa è il vostro corpo più grande.
Vive nel sole e si addormenta nella quiete della notte; e non è senza sogni. La vostra casa non sogna?
E sognando non lascia la città per un boschetto o per la cima di un colle?
Vorrei raccogliere in mano tutte le vostre case e spargerle sui prati e le foreste come un seminatore.
Vorrei che le strade fossero valli, e i vostri viali verdi sentieri, perchè possiate cercarvi l'un l'altro tra le vigne, e incontrarvi con gli abiti odorosi della fragranza della terra.
Ma queste cose non possono ancora avvenire.
Nella loro Paura i vostri antenati vi riunirono troppo vicini gli uni agli altri. E quella paura durerà ancora un pò a lungo. Ancora un pò le mura cittadine separeranno dai campi i vostri focolari.
E ditemi, gente di Orphalese, che cosa c'è in queste case? Che cosa proteggete con porte sprangate?
Avete pace, la calma passione che rivela la forza?
Avete ricordi, le arcate luminose che abbracciano la sommità della mente?
Avete la bellezza, che guida il cuore dagli oggetti di legno e di pietra alla montagna sacra?
Ditemi, avete questo nelle vostre case?
O avete solo gli agi, e la brama degli agi, quella cosa furtiva che entra in casa come visitatrice, e poi diventa ospite e infine padrona?
Ahi! Chè diventa tiranna e con gancio e staffile trasforma in marionette le vostre più grandi aspirazioni.
Benchè abbia mani di seta, il suo cuore è di ferro.
Vi addormenta cullandovi, solo per starvi accanto al letto e farsi gioco della nobile carne.
Deride i sani sensi, e li pone tra i cardi come fragili vasi.
In verità, la brama degli agi uccide la passione dell'anima, segue sogghignando il suo funerale.
Ma voi, figli dello spazio, voi irrequieti nel riposo, non sarete intrappolati e domati.
La vostra casa non sarà un'ancora ma un albero di nave. 
Non sarà la lucida pellicola che ricopre la piaga, ma la palpebra che protegge l'occhio.
Non piegherete le ali per passare attraverso le porte, non chinerete la testa per non urtare il soffitto, non tratterrete il fiato per paura che i muri si crepino e cadano.
Voi non abiterete dentro tombe costruite dai morti per i vivi.
E a dispetto della sua magnificenza, la vostra casa non custodirà il vostro segreto nè riparerà la vostra ansia.
Perchè quello che in voi è sconfinato dimora nel palazzo del cielo la cui porta è la nebbia mattutina, e le finestre i canti e il silenzio della notte.


E oltre a Tonnies mi viene in mente il geometra degli Uochi Toki, uomo morto che costruisce per i vivi...


Nature & Nurture

Fino a che punto
mi passerà il vento tra i capelli
se continuerò a tagliarli.
Non come arbusto fiero
di greppa montana
bensì come lana
setacciata e avvizzita
 è il vello mio,
che tu invano cerchi di onorare
ricoprendo con mantello ossuto
di lontananze immemori.
Ecco il traguardo:
è nella Terra che calpesti,
che io coltivo per non so che,
ma sento l'appello di una voce
ancestrale...
sa di muffa e carezze
concentrate sul viso ormai glabro.
Un sacerdote albigese
brandisce vino e parla a guisa di eresia:
"i tuoi giorni saranno presi
e disseminati nel mare,
e sotto i tuoi occhi
scaverai fosse più profonde
di quelle dove giacciono i tuoi giorni"

Fly down man!
Al massimo saranno 6...