sabato 12 maggio 2012

Crisi d'identità con pane e nutella



Sarà forse perchè Gideon Rubin è nato in Israele, un territorio che non ha senso di esistere dal 1946, che le sue opere mi sono saltate subito all'occhio stasera.
Credo che il suo modo d'intendere la crisi d'identità dell'uomo moderno sia molto efficace perchè ci sbatte davanti agli occhi quello che temiamo di diventare, o peggio ancora, quello che siamo già senza saperlo.
Il secondo caso è senza dubbio il più inquietante visto che, a seconda delle disponibilità economiche, una faccia la si può cambiare; e dal momento che la faccia è il maggiore indicatore visibile della nostra identità, questa insofferenza verso se stessi non può che riflettersi anche all'interno, in una incompatibilità tra le parti che si muovono in un gioco dinamico e misterioso. Ma verso dove si muovono?
Quando queste forze emergono in superficie, sottoforma di somatizzazioni, sono l'espressione non verbale di un grido disperato che viene da dentro e che, a parole, non sappiamo o non vogliamo riversare sulle mani degli altri.
E' molto difficile mostrarsi vulnerabili.

I volti esposti qua sotto non hanno nulla da invidiare a quelli che si possono adocchiare continuamente in tv.
Qui sotto è rinuncia, un atto onorevole.
In tv è nutella che si spalma sui volti, li appiattisce, cancellando le storie personali, le ferite.

Le cicatrici danno la sensibilità.



2 commenti:

  1. Sempre meglio che così:
    http://1.bp.blogspot.com/_BrEuj7zD-UE/TMXtzlmDmAI/AAAAAAAAF3c/ZNBbwVnjy6Y/s1600/Juliana+Wetmore.jpg

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  2. almeno un titolo di studio ce l'ha...

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