mercoledì 28 dicembre 2011

Viva l'apatia post-moderna



L'intento di Dave Meslin non è del tutto deprecabile.
Come mai la gente sembra sbattersene del tutto del sociale, mentre fa di tutto per emergere come individuo speciale in un mondo che ha fatto dello sciatto materialismo la sua filosofia di vita?
Sciatto sì perchè se vivessimo in un reale materialismo non avremmo neanche la religione e la morale a rompere i giochi ogni volta; non avremmo problemi etici sulla fecondazione assistita, sui matrimoni gay, sull'eutanasia e tutto ciò che concerne la vita umana.
Potremmo forse addirittura scannarci senza problemi...
Ma il fatto più grave è l'illusione di unicità.
Come si fa a legarsi a questo mondo materiale che produce in serie e poi pretendere di sentirsi originali? La strada per conseguire ciò è irta di spese folli, che ci allontanano dalle questioni più pressanti, costruendoci un muro intorno di oggetti dominanti che invadono i nostri spazi vitali. Tutto questo è benessere? Semmai sarà benestare, perchè io il benessere lo vedo come un qualcosa che va condiviso con gli altri.

A: "ciao come stai?"
B: "sto bene"

(e la conversazione, se non c'è qualcosa in comune tra A e B, di solito finisce qui, o al limite può essere rigirata la domanda iniziale, interpellando quindi A)

Un pò diverso sarebbe se andasse così...

A: "ciao, come sei?"

Senza dubbio qui il buon B andrebbe un pò più in difficoltà perchè si vedrebbe costretto all'angolo dal doversi mettere in gioco, esplicare ciò che ha dentro come un flusso continuo, un fiume in piena e non come un frammento isolato, facilmente modificabile e mascherabile.
Il "come stai" è agile nel salire le montagne, vi si arrocca ma poi è difficile da far cadere.
Il "come sei" invece è goffo in questo mondo, è incerto, si scorda quasi di esistere.

Ci sarà quindi un antidoto per l'apatia moderna? Dovremmo cominciare a porci le domande giuste.

3 commenti:

  1. "happiness real only if shared", rifletteva il buon McCandless...

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  2. In mezzo al selvatico sì, ma quando c'è anche una malloryna

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  3. forse diceva "when" al posto di "if"; per il resto, non c'è una sillaba fuori posto.

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